I grandi leader sono buoni, per questo sono leader

I grandi leader sono buoni, per questo sono leader

Se sei tra quelli che pensano che comandare voglia dire usare il pugno di ferro… forse dovresti leggere questo articolo fino alla fine. Qui non c’è spazio per il capo spietato e menefreghista. In tempi difficili, ciò che conta, non è essere buoni, ma saper conciliare autorità e gentilezza per ottenere il massimo da dipendenti e collaboratori.

Non è solo un’opinione (che dovrebbe essere norma), ma anche un libro di due autori e professori statunitensi William F. Baker e Michael O’Malley. I due autori ci accompagnano in un viaggio che svela i tanti casi nei quali è possibile ottenere grandi performance dai collaboratori usando comprensione ed attenzione ai sentimenti.

Citando un estratto del libro: “Emozioni quali la compassione, l’empatia e la gentilezza sono spesso congedate come non quantificabili a livello d’impatto su un’organizzazione, oppure scambiate per debolezza”.

Tuttavia varie ricerche nel campo della neuroscienza e delle scienze sociali hanno messo in evidenza le basi fisiologiche e culturali della risonanza emozionale nei rapporti sociali, così come i suoi effetti misurabili in relazione a performance sia individuali che di gruppo

Ma chi è un leader?

Il leader non è una persona che ha potere e viene seguita e rispettata perché detiene questo potere. Un leader, in realtà, è qualcuno che gli altri vogliono seguire senza esserne costretti.

Non qualcuno “investito” dall’alto, dalle scelte politiche o dai giochi di potere. Ma una persona “elevata dal basso”, scelta perché ha alcune qualità che riscuotono rispetto, ammirazione, fiducia, amore.

Possiamo essere tutti Leader

Tutti abbiamo la possibilità di ricoprire questo ruolo nella nostra vita, di essere punti di riferimento per chi ci sta vicino, fare da esempio o avere la possibilità di influenzare gli altri, consigliarli, guidarli per dare loro modo di crescere meglio e fare il proprio percorso.

Possiamo essere leader verso un amico, verso i nostri figli, per i nostri dipendenti ma anche per i nostri colleghi di lavoro.

E avere questa opportunità è un dono, perché possiamo davvero contribuire alla vita degli altri se impariamo come assumerci questa responsabilità.

Vediamo insieme quindi qual è la caratteristica principale per essere dei veri leader:

La gentilezza è la primaria caratteristica.

Chi seguiamo noi?  le persone arroganti e presuntuose, scortesi e aggressive, o coloro che ci dimostrano delicatezza, rispetto, amore attraverso gesti e parole gentili?

Se vogliamo che altri ci seguano, se vogliamo poterli ispirare, basta osservare chi seguiamo noi volentieri.

Essere gentili è indispensabile, perché con gentilezza possiamo correggere, insegnare, far riflettere, anche criticare senza mai ferire gli altri, senza farli sentire inferiori, ma anzi trasformando ognuna di queste occasioni nell’opportunità di crescita che tutti desideriamo.

Ma, cosa vuol dire essere gentile?

Se andiamo a ritroso fino all’etimologia della parola, scopriamo come “gentile” sia una caratteristica dell’essere umano in quanto tale.

Molti pensano che la gentilezza sia cortesia, dire buongiorno o buonasera, grazie e prego. Sì, indubbiamente, ma è anche molto altro: la gentilezza è cura e attenzione agli altri che richiede molto impegno.

Sembra che negli ultimi tempi, abbia perso il suo ruolo chiave per ogni rapporto sociale.

Perché i leader buoni sono buoni leader

La gentilezza non è un optional, ma un modo di vivere, come detto tante volte, che ci porta ad essere il meglio di noi stessi, esprimere le nostre qualità e diventare così un esempio positivo per gli altri. Se impariamo a fare della gentilezza il nostro modo di essere, non dovremo porci troppe domande su some comportarci con le persone su cui abbiamo la possibilità di incidere: se amiamo, daremo sempre il meglio a chi entra in contatto con noi.

Se ci poniamo sempre nei panni degli altri costruendo empatia e sincerità, se proviamo sempre a dare quello che vorremmo ricevere in ogni situazione, saremo davvero ottimi leader. Perché volere la felicità di coloro che credono in noi e ci danno fiducia è la migliore garanzia per fare davvero il meglio per loro.

Cosa vuol dire tutto questo?

A questo punto dovrebbe essere scontato ma… sii gentile!

Non devi avere paura di mostrarlo, ormai è stato provato che non è un sintomo di debolezza.

 

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