PERCHE’ E COME CREARE UNA CULTURA DELLA SICUREZZA IN AZIENDA

Perchè e come creare una cultura della sicurezza in azienda

La famosa fotografia che Charles C. Ebbets scattò nel 1932  durante la costruzione del GE Building del Rockefeller Center, mostra undici muratori seduti su una trave d’acciaio a centinaia di metri sopra New York City che stanno mangiando, come se nulla fosse.

Già nel 1932 questa foto suscitò molto scalpore, infatti fu pubblicata sull’Herald Tribune insieme a un articolo in cui si contestava la totale mancanza di adozione di dispositivi di protezione o misure di sicurezza. Poiché dunque tali concetti di sicurezza sul lavoro non erano del tutto sconosciuti a quell’epoca, è lecito chiedersi il motivo per cui quegli uomini mostrassero tanta tranquillità in un contesto visibilmente pericoloso: forse non ritenevano pericolosa la situazione in cui si trovavano e avevano un’errata percezione del rischio a cui erano esposti.

L’importanza della Percezione del rischio

La psicologia ci insegna che il nostro comportamento non dipende dalla realtà oggettiva, ma dall’interpretazione soggettiva della situazione. In altre parole le persone possono comportarsi in modo diverso di fronte alle stesse circostanze perché ciascuno di essi percepisce la realtà e la elabora secondo criteri, categorie e schemi cognitivi soggettivi. Inoltre ciascuno di noi, nella sua unicità, reagisce in modo personale a una data situazione, in base a bisogni, emozioni, conoscenze, carattere e valori.

Queste differenze, nella percezione della situazione e nella personalità delle persone, possono spiegare i diversi comportamenti nei confronti del Rischio e della Sicurezza.

Ricordiamo che oltre l’80% degli infortuni è collegabile a un comportamento imprudente o scorretto messo in atto dal lavoratore.

Ma cos’è la Cultura della Sicurezza?

Si tratta “dell’insieme di tutti i processi organizzativi e delle pratiche professionali, delle norme scritte e delle convinzioni informali, dei linguaggi e dei modi di pensare, di percepire e rappresentare il rischio in azienda”. Consiste in quel qualcosa capace di generare valore all’impresa come la prevenzione del rischio, un gradino fondamentale per la sicurezza di un’azienda.

Investire sulla sicurezza equivale a migliorare la formazione dei lavoratori in azienda.

La sicurezza sul lavoro è un adempimento legislativo obbligatorio volto alla realizzazione di un sistema capace di creare un processo lavorativo di qualità fondato su migliori relazioni interpersonali con un conseguente aumento dell’efficienza aziendale e capace di portare la sicurezza nel vissuto quotidiano, rendendola parte fondamentale dell’operatività aziendale.

Le parti sociali, in una nota congiunta in tema di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro relativa alla bozza di Accordo (ai sensi di quanto innovato all’art.37 del 81/08 s.m.) presentata dal Coordinamento delle Regioni, hanno purtroppo rilevato  che, come molto spesso avviene in Italia, si cerca di risolvere il problema degli infortuni sul lavoro inasprendo il sistema dei controlli, nonché “burocratizzando” le regole di attuazione delle attività formative.

La gravità, complessità e purtroppo la pluriennale persistenza del fenomeno in questione, richiederebbero, invece, importanti approfondimenti sull’analisi delle cause, una correlata individuazione degli obiettivi strategici e degli strumenti necessari per perseguirli.

Risulta perciò necessaria, in questa materia che ha realmente a che fare con la vita e la salute delle persone, una legislazione che non cerchi di mantenere/riproporre modelli attuali e/o passati (che hanno cioè dimostrato la loro inefficacia) ma, tenendo finalmente conto anche della mutevole realtà economica e delle dimensioni delle aziende italiane, in particolare di quelle micro e piccole, adotti soluzioni in grado di coniugare semplicità ed efficacia al fine di garantire una formazione che tenga conto sia della popolazione alla quale è diretta (adulti lavoratori) sia delle finalità (acquisire le conoscenze necessarie a conoscere e prevenire pericoli e rischi (così da modificare le scelte organizzativo-gestionali e i comportamenti scorretti).

Come si costituisce e si diffonde la cultura della sicurezza in azienda?

Appare chiaro, dunque, che la formazione come l’abbiamo conosciuta in Italia finora deve evolversi, puntare a creare in azienda un “linguaggio comune”, una mentalità condivisa che presti attenzione alla salute e sicurezza sul lavoro.

La maggior formazione deve, quindi, mirare ai rischi specifici dell’attività, incentrandosi sui pericoli e rischi insiti nelle mansioni specifiche e sulle relative conseguenze da prevenire nonché sull’individuazione e la conoscenza delle procedure di lavoro in sicurezza, con i connessi atti lavorativi sicuri da incentivare e stimolare. Deve quindi toccare anche e soprattutto quelle che gli psicologi definiscono “competenze non tecniche – non technical skills”, oltre a non dover essere caratterizzata da una ricezione passiva di contenuti.

La sicurezza deve diventare una necessità e, quotidianamente, a partire dal datore di lavoro fino ad arrivare ai dipendenti, ogni persona dell’azienda deve abituarsi a “pensare sicuri” in una logica di benessere globale comune a tutta l’organizzazione e ad ogni cittadino.

La formazione deve essere coinvolgente, partecipata, periodica a tutti i livelli e continuamente aggiornata.

Poi senza dubbio è necessario che i responsabili, i datori di lavoro e le figure di maggiore rilevanza di un’azienda diano il “buon esempio” dal punto di vista comportamentale.

In sintesi, servono approcci manageriali  e formativi concreti e calati nel contesto aziendale, in quanto la sola informazione obbligatoria non basta.

La formazione esperienziale

Chi l’ha detto che i corsi in materia prevenzione devono essere tristi e noiosi? Affrontare temi come sicurezza, prevenzione, igiene passando solo da norme, concetti astratti e tecnici rende la materia ancora più astrusa.

Poliedra è impegnata da anni nella realizzazione di percorsi formativi improntati sulla formazione esperienziale.

Abbiamo introdotto, in diversi corsi (lavoratori, preposti, dirigenti, RSPP, RLS, etc.), una metodologia per una partecipazione attiva dei lavoratori, che li coinvolge in modo diretto rispetto ai classici corsi d’aula.

I lavoratori imparano facendo, imparano dalla propria esperienza, dalle proprie emozioni e passando attraverso la riflessione e la concettualizzazione astratta.

Vengono impiegate tecniche e modalità di osservazione e auto-osservazione che facilitano lo sviluppo anche delle competenze riflessive.

Abbiamo introdotto la formazione esperienziale in percorsi formativi tecnici, con grande sorpresa e partecipazione dei discenti, che hanno avuto modo di vedere, vivere aspetti magari già affrontati ma in un modo completamente diverse e coinvolgente, che ha davvero portato un cambiamento nel modo di lavorare.

Per concludere

Generalmente, di qualsiasi ambito si parli, cambiare le regole è un passaggio non facile, ma non impossibile.

Gli incidenti sul lavoro continuano a mietere vittime in Italia e da gennaio a settembre 2022 si contano 677 morti, pari a circa tre vittime al giorno. Siamo di fronte a una vera strage che si consuma in silenzio e troppe volte nel disinteresse generale.

Questo dato, che ci fa rabbrividire, dimostra quanto sia forte e ormai improrogabile  la necessità di un concreto investimento sulla Cultura della Sicurezza per produrre, nel futuro immediato e in quello a lungo termine, un cambiamento di mentalità tale da far interiorizzare in tutti il valore della Sicurezza.

Un valore che impronta di sé lo stile di lavoro delle persone.

Il destino non c’entra. La Sicurezza sul Lavoro dipende da ognuno di noi! Ogni giorno.