EXPERENTIAL PROBLEM SOLVING

Experential Problem Solving

per superare limiti autoimposti, scoprire nuove soluzioni, acquisire visione e proattività

a cura di Angelo DEL GROSSO

Che cos’è il Problem Solving?

Si tratta soltanto di una scatola vuota, oppure di uno strumento utile per migliorare le performance e, in definitiva, il clima, il valore e la sostenibilità delle nostre aziende?

Molte persone manifestano un certo scetticismo verso questo tipo di approccio che mette in discussione il radicato BIAS cognitivo[1] secondo il quale sarebbero in grado di risolvere un problema soltanto coloro che possiedono conoscenze tecniche approfondite (pensiero razionale di tipo verticale), non distinguendo tra i significati dei termini: conoscenza e competenza.

Le competenze, e in particolare le capacità di taluni individui di risolvere i problemi più disparati, passano attraverso la “creatività”. Quest’ultima viene percepita come un talento innato, e non invece come una competenza da potenziare (soft skill), attraverso alcune tecniche come: il pensiero laterale, il brainstorming, la bisociazione, la mappa mentale, etc.

“Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, fino a quando non arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”. Albert Einstein

Il problema è uno scostamento della realtà dalla norma, cioè una deviazione tra il risultato reale e il risultato atteso. Quindi un problema deve essere analizzato quando non si conoscono le cause che lo hanno generato, altrimenti si deve solo intervenire per rimuoverle.

Tipici esempi di problemi aziendali per i quali può essere utile l’uso di questo approccio sono:

  • Come migliorare la qualità di un prodotto;
  • Come acquisire nuovi clienti;
  • Come fidelizzare i clienti;
  • Come migliorare il clima aziendale.

Le più comuni tecniche del Problem Solving sono:

  • La tecnica dei “6” cappelli
  • La ruota di DEMING;
  • La matrice sforzo/impatto
  • Il Diagramma a spina di pesce
  • La Mappatura dei processi

Il Corso di Experential Problem Solving proposto da Poliedra, si prefigge, partendo dall’acquisizione delle tecniche generali che favoriscono il pensiero laterale e la creatività, di creare le condizioni affinché negli ambienti lavorativi vengano superati i limiti autoimposti dalle consuetudini, per scoprire nuove soluzioni e per acquisire visione e proattività.

In particolare, il Corso consente di acquisire la padronanza di una serie di tecniche funzionali, invalse nei gruppi industriali multinazionali (con particolare riferimento al settore automobilistico):

  • Brainstorming,
  • Interviewing,
  • Questionnaires
  • Fishbone diagrams,
  • Pareto analysis,
  • Affinity diagrams (cenni)
  • DMAIC & PDCA
  • Visual Management
  • 8D
  • 5W2H
  • DMAIC

Tali tecniche, che fanno parte tra gli altri, degli standard Six Sigma© (GE), Fast Response© (GM) e Focused Improvement – WCM© (FCA), sono necessarie per affrontare efficacemente le più disparate problematiche aziendali insegnando come assumere ruoli e atteggiamenti positivi e responsabili; a individuare soluzioni alternative; a gestire l’ascolto attivo e la comunicazione efficace, e a valutare rischi ed opportunità, vantaggi e vincoli.

Nell’epoca della quarta rivoluzione industriale (Industria4.0), tali tecniche innovative non riguardano più soltanto i grandi gruppi industriali multinazionali, ma attraversano trasversalmente e capillarmente le loro catene del valore. Anche le piccole e medie aziende, quindi, se vogliono sopravvivere mantenendo o ampliando le proprie quote di mercato, dovranno necessariamente riprogettare e orientare i loro processi organizzativi e decisionali in tale direzione.

[1] BIAS: giudizio arbitrario distorto, convincimento diffuso nell’opinione pubblica

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